Dichiarazione di successione: ecco quando va tutto in automatico
Alla morte di un contribuente accade che gli eredi devono darne comunicazione anche all’Agenzia delle Entrate, questa operazione prende il nome di dichiarazione di successione. L’operazione succitata è necessaria quando la persona ormai defunta lascia in eredità un immobile o una somma di denaro di importo pari o superiore a €100.000.
Dichiarazione di successione: ecco quando va tutto in automatico
Chi non comunica all’Agenzia delle Entrate la morte di un parente può andare incontro a dure sanzioni, i figli e gli eredi hanno tempo dodici mesi per comunicare il decesso, in quel caso si parla di “far subentrare un soggetto avente causa ad un altro soggetto dante causa in una situazione giuridica determinata“.
Nel caso in cui la persona che ci ha lasciato abbia da donare in eredità anche un immobile, gli eredi sono tenuti a fare voltura; un’operazione che comporta il cambio di intestazione e le conseguenti tasse da pagare. Esistono dei casi in cui la dichiarazione di successione non è obbligatoria, questo capita quando i beni passano al coniuge o ai parenti diretti naturalmente, tutto entro il limite economico di €100.000. Nel caso in cui l’eredità passi a più eredi, non tutti sono tenuti a dichiarare la successione perché anche una sola è valida.
Quando si entra in possesso di eredità si parla di eredità ricevuta sia in attivo che in passivo, nell’eredità attiva rientrano tutti i beni immobili, obbligazioni e somme in denaro. Invece tra i beni passivi troviamo purtroppo anche i debiti, somme dovute a terzi o spese mediche da saldare effettuate negli ultimi sei mesi e addirittura le spese per il funerale. In Italia c’è la possibilità di rifiutare un’eredità in presenza di debiti, ma quando la si rifiuta bisogna farlo con cognizione di causa e dopo averci pensato bene, perché nel caso in cui prima venga accettata, ma eventualmente in un secondo momento si volesse rifiutare, questo non sarà più possibile.